IL CENTURIONE

Gesù stava procedendo con i suoi lungo la via di Gerico, quand'ecco improvviso da dietro di loro udirsi uno scalpitìo dapprima lontano, poi sempre più vicino. I discepoli si girarono indietro e videro un drappello di soldati a cavallo che si avvicinava proprio verso di loro. Si fermarono a osservarli, in attesa di essere raggiunti, mentre Gesù continuava, senza volgersi. 

"Gesù, figlio di Giuseppe e di Maria, fermati!" gridò il centurione raggiungendolo. Ma Gesù camminava incurante, come soprappensiero, mentre il centurione gli procedeva accanto sul cavallo. Il soldato ripetè il comando con più energia... Gesù gli volse lo sguardo, poi pose la sua mano sul crine del cavallo, accarezzandolo dolcemente, finchè quello si fermò e gli emise un nutrito a mo' di saluto.

Il centurione scese dal suo destriero e ponendo il suo volto tra quello di Gesù e il crine del cavallo, fece la sua domanda: "Gesù, perchè te ne vai in giro a dire che sei il Figlio di Dio? Guarda che quelli - e indicò i discepoli - adesso sono con te, ma appena le cose si mettessero male, vedrai come spariranno via".

"Perchè dovrebbero mettersi male?" disse Gesù passando la sua mano dal crine del cavallo alla spalla del soldato.

"Senti - continuò il centurione - magari per te non è così grave il fatto di dire certe affermazioni, ma per noi che dobbiamo mantenere l'ordine qui da voi, se cominciano a succedere incomprensioni, contrasti con la gente o tafferugli, magari anche tra voi...- indicando i discepoli - guarda che quei tuoi amici non sono tutti rose e fiori... qualcuno è già stato dentro... Tu sarai anche un buon predicatore, ma sta' attento a cosa stai creando attorno a te. Quando ci dicessero di intervenire, anche tu, figlio o non figlio di Dio, non sarai esente dall'essere perseguito".

Il silenzio che ne seguì fu interrotto solo dallo scalpitìo dei cavalli del drappello, mentre l'altro drappello, quello dei discepoli, aveva lo sguardo rivolto a quella situazione così strana e sorprendente: Gesù aveva ancora la sua mano sulla spalla del soldato, che stava lì tra esterrefatto e meravigliato mentre il muso del cavallo ondeggiava su e giù accarezzando la tunica di Gesù.

Chissà se Gesù sapeva già ora che cosa gli avrebbe fatto un giorno, sul calvario, quel centurione...

Chissà se quel soldato che non solo era sceso da cavallo, ma lasciava che la mano di Gesù stesse lì sulla sua spalla come a esserne custodito lo considerava ora un amico, o forse anche di più...