I BAMBINI

I discepoli non riuscivano ancora a capire perchè Gesù lasciasse che il gruppo dei ragazzini gli girasse intorno, giocando e disturbando, secondo loro, la predicazione. E li scacciavano via come si scacciano le mosche, oppure richiamavano con sguardo serio le loro madri, a volte li redarguivano direttamente a bassa voce ma con fare minaccioso.

Gesù, un giorno, disse ai fanciulli che gli stavano intorno di circondare i suoi discepoli, raccogliendoli come fossero pecore da mettere nell'ovile; e i fanciulli così fecero, nonostante le rimostranze e le resistenze di quegli adulti barbuti e forzuti che erano i discepoli di Gesù.

"Se volete essere miei discepoli, dovete accettare, anzi accogliere la presenza di questi fanciulli, e non perchè sono da tollerare o da coinvolgere o da accalappiare per noi, ma perchè essi sono il segno di quello che dobbiamo essere e di ciò che è il Regno: piccolezza! Noi dobbiamo, per così dire, esercitarci nel 'piccolare', nel renderci piccoli, se vogliamo la verità di noi e del mondo. E loro sono il nostro richiamo, il confronto per essere veri, sinceri, piccoli nello spirito. Non lasciamoci trascinare dalle grandezze del mondo, ci dicono loro con il loro disturbo e le loro provocazioni. Se vogliamo vedere crescere noi e il Regno in noi, dobbiamo essere come loro e con loro; se siamo a disagio con loro, non comprenderemo nemmeno il Regno!".

Un po' a malincuore, ancora poco convinti, ma con una smorfia di accettazione e di scusa, i discepoli accettarono e accennarono una mezza affermazione, e così Gesù fece segno ai fanciulli di aprire il cerchio e di lasciar uscire le "pecore" incontro al loro pastore, con l'aiuto di quei "cagnolini".