GIUSEPPE

 "Quando ho capito che era già arrivato, allora l'ho adottato".

Già, potremmo riassumere così quello che ha pensato, vissuto e deciso Giuseppe in quei momenti cruciali. Ma anche gioiosi, certamente. Perchè adottare un bimbo che nasce, fuori o dentro il matrimonio da fare o già fatto, è sempre un atto di amore. E questo ha fatto Giuseppe. Togliamogli l'aureola del santarello della nicchia, statico e barbuto, vecchio a tal punto da apparire quasi mummificato e lontano nel tempo. Togliamo l'angelo che lo rincuora e lo invita a fare ciò che non avrebbe fatto, e mettiamogli una coscienza umana e giovanile, aperta a nuove possibilità e ad intraprendere l'avventura della vita con la persona che l'amore di un credente mette sul suo cammino.  Lasciamogli la crisi, il pensare e il progettare, le ansie e le attese di un padre verso il figlio che verrà, come sarà, cosa farà, dove andrà... E adesso lo vediamo, questo Giuseppe, accanto alle nostre umanità, ad accogliere, in concreto, anche se con modi diversi, la presenza di Dio che si fa carne.

"Che ne dici, Gesù?... Sta uscendo bene questo nostro lavoro?"

"In un modo diverso, ma è la stessa opera di Giuseppe!"