IL FIGLIO PRODIGO

Il Padre, appena lo vide, gli corse incontro e lo baciò: "Figlio mio, sei ritornato! Presto, servi, rivestitelo, preparate il banchetto, ammazzate il vitello grasso, facciamo festa!"...

"Eh, noooo!...- interruppe il figlio maggiore - Stavolta nooo! Di nuovo ti ha dilapidato tutto, e tu ancora?!! Padre, sei andato fuori di testa?!..."

Arrivò di corsa un servo trafelato: "Il vitello grasso, signore, l'abbiamo ucciso l'altra volta...e un altro è ancora piccolo e magro...".

"Andremo tutti in paese - solennizzò deciso il Padre tenendo la mano del figlio prodigo - alla Locanda del Samaritano! Anche voi, servi, invitati: oggi doppia festa, per il doppio ritorno!"

"Io no, non vengo e non verrò mai! - gridò al Padre il figlio maggiore - Io ti ho sempre obbedito e non mi hai mai dato occasione di fare festa, e adesso che...".

"Alt, alt!...- interruppe bruscamente il Padre - Non sempre mi hai obbedito: adesso no, per esempio; e poi, l'occasione di far festa adesso ce l'hai con questo invito per tuo fratello...o no?! Guarda che ti aspettiamo alla locanda!".

Ma lui fece il muso duro, e si allontanò...

E iniziarono a far festa. E pensate che il figlio prodigo non solo fu accolto con i servi e le serve del Padre, ma anche con quelle puttane e pubblicani amici del figlio sperperatore, che lo avevano accompagnato prima da lontano, e poi erano stati anche loro invitati dal Padre a sedersi a quella tavola.

Mentre erano nel bel mezzo della festa, tra canti, degustazioni, balli e intrattenimenti vari, ecco improvvisamente farsi un silenzio totale. Alla porta della locanda era stato portato un ferito, scaricato da un giumento da una persona sconosciuta a tutti, e lo stava additando all'oste, come bisognoso di cura, di attenzione e di urgente ricovero. Tutti si volsero a quel..."Ma è mio figlio!" urlò il Padre correndo ad abbracciare il ferito. Lo trasportarono su di sopra, in una stanza, dove ebbe le prime cure e un po' di cibo. 

Il figlio prodigo salì a vedere...il fratello, col Padre accanto, era sfinito e ferito, ma cosciente. "Che ti è successo?" gli chiese. "Ero in giro da solo a pensare, arrabbiato con voi, e sono stato assalito dai briganti...ma ora, con questa lezione, ho capito cosa vale avere un Padre e un fratello che anche se non è come vorrei, è sempre mio...Ma ora voglio riposare...tornate a fare festa, state tranquilli, mi riprenderò fra poco e scenderò con voi a far festa...Padre, se ti avessi ascoltato!...".

"Ma anche tu, come lui, sei tornato tra noi...a proposito - e gli sorrise - guarda che il tuo capretto è ancora vivo, a casa, per i tuoi amici, quando vorrai...".

E un po' al piano di sotto, e un po' al piano di sopra, in modi diversi, comunque tutti cominciarono di nuovo a far festa...

"C'è in giro qualche altro figlio...?" sussurrò dal fondo una voce.

LA DOMANDA DI MARIA

Chissà come sarà stata la vita di Gesù prima della sua esperienza "pubblica", quella raccontataci dai Vangeli. Chissà poi - non so se voi ve lo siete mai chiesto - come Maria si atteggiava verso questo suo Figlio che considerava sempre più umano ma anche sempre più divino. 

Sta di fatto che un giorno, quando Gesù era sì giovane, ma anche ben capace di intendere e volere, Maria, in un momento di tranquillità, seduta in casa davanti a lui accovacciato presso di lei, con raffinata delicatezza gli pose questa domanda: "Figlio, come sei nato da me?". E raccolse il viso tra le mani, piegando il capo, significando così di scusarla se fosse stata quella una domanda inopportuna, e che lei lo avrebbe compreso e rispettato se non le avesse risposto.

Gesù si alzò, si pose davanti a lei e prese tra le sue le mani di lei, a significarle la piena sintonia in quel momento; poi le parlò così: Madre, tutto questo stai bene intuendo che è opera dello Spirito. Non di uno Spirito vago e astratto, Madre, ma dello Spirito del Padre. A Lui ho chiesto e Lui ha accolto la mia figliale volontà di essergli Figlio non solo in cielo, ma anche sulla terra. Lui così mi disse: sceglierò per te una Madre che rappresenti e ripresenti ogni giorno a te il Cielo, ma ti affiderò anche a un padre, un uomo, che ti rappresenti e ripresenti ogni giorno la terra, con le sue gioie e i suoi dolori. Lo Spirito Santo vi unirà in terra e anche in cielo, come famiglia di Dio, e sarà Lui a iniziare questa storia. E tu, mamma, lo sai che questo mistero avvenne, quel giorno che avesti la piena coscienza di me in te.

Gesù fece scivolare delicatamente le sue mani da quelle della mamma, e con un sorriso la salutò, si volse e uscì da casa, alla volta di chissà che...

IL LEBBROSO INCAZZATO

Un giorno arrivò da Gesù un lebbroso incazzato nero: Perchè me non mi hai guarito, e quello là sì? Non siamo tutti uguali? Perchè questa differenza?! Razzista!! Anch'io voglio essere guarito come lui! Fammi il miracolo, cazzo! Che aspetti?!...

Gesù non si scompose più di tanto. Si scostò da lui, ponendosi a lato della strada, e rivolgendosi alla folla che intanto si era riunata attorno a loro, disse: Non sono venuto per risolvere il problema delle malattie, caro mio. E poi, la guarigione non è un diritto, ma un dono. Anzi, da me, viene fatto come segno. Segno della vera guarigione, quella dell'animo. Ho guarito qualcuno e non altri per richiamare che se vuoi affidarti a me, saremo superiori al male non solo del corpo, ma anche a quello dell'anima. E ricorda che sia quello guarito da me che tu che non lo sei stato, prima o poi dovrete soggiacere alla morte del corpo. Ma quella dell'anima? Dipende da te. Se la vita in questo momento ti sta chiedendo di assumere quello che sei, con i tuoi limiti e le tue malattie, renditi conto che le devi accettare. Ma non passivamente, come pensi, nè risolvendole magicamente come speri da me, ma accogliendo con fede la tua situazione presente. Questo è il vero miracolo. Guarire qualcuno per me è porre un segno per tutti della possibilità di vivere con fede, cioè illuminando la propria caducità. Questa è la vera guarigione. Ci sono malati nel corpo, anche oggi, che sono in piena salute nell'anima; ci sono sani nel corpo, che sono ammalati nell'amore, nell'anima e nella mente. Tu, chi sei tra questi? Hai proprio bisogno che io ti tolga la lebbra, oppure che tu impari da essa a essere capace di chiedere la salute dell'anima, che ti guarisca da quello che non sei e ti faccia essere quello che sei veramente?

E si incamminò tra le ali della folla, fattasi silenziosa e stupita di quelle sue parole così profonde, misteriose, e per la gente, diciamo pure, anche ancora difficili da comprendere.

E il lebbroso incazzato, come adesso si sarà comportato?...

IL REGNO DI DIO

 Pietro gli chiese: Maestro, come sarà il Regno di cui parli?

Gesù rispose: Come già è, non come sarà! Guarda in terra!

Pietro volse lo sguardo alla strada, ma non capiva ancora. Allora Gesù gli disse: Che vedi di piccolo?  Pietro fiero rispose: I ciottoli! Gesù riprese: Che altro, e di vivo? Osserva bene, attentamente, non aver fretta... Pietro osservò, e vide...passare una formica: Questa? chiese a Gesù. Sì, rispose il Maestro. Con attenzione, hai scorto la piccolezza del Regno che già vive, c'è. Ma non solo: aumenta! Guarda dietro quella formica: un po' più lontana, ma nella stessa direzione, ne procede un'altra, e un'altra ancora, e altre, e poi molte altre. Insieme vanno nella stessa direzione, e aumentano sempre più fino a raggiungere una meta e a formare una grande famiglia, composta da migliaia di piccole formiche, ma che alla fin fine fanno apparire la grandezza di esse nel loro formicaio. E pensa quando ce ne sono in giro, anche lontano da qui, e nonostante tu senza accorgerti ne abbia anche calpestata qualcuno. Nonostante ciò, il loro piccolo regno procede e si amplia sempre più, ma migliaia di anni e per migliaia ancora. Che ne dici, Pietro? Non è questo il nostro Regno?

COME GESU' SUPERO' LE TENTAZIONI

Nel deserto quella volta non c'era nessuno a vedere e poi dire come veramente andarono i fatti... Nessun altro al di fuori di me, e io che ho visto ora ve ne darò testimonianza.

Il Diavolo gli disse: Dai, trasforma questa pietra in pane, non vedi che sei lì anoressico, che stai morendo di fame? E una, e due e tre volte, e così Gesù gli disse: Lo farò, se prima lo mangerai te un pezzo... sai, non vorrei fare la fine della mela originale... E il Diavolo si mangiò un bel pezzo di quel pane che però, in gola del Demonio, perse la sua miracolosità e sacralità, tornando ad essere un pezzo di...pietra! E proprio questa lui ingoiò...e finì all'ospedale per qualche giorno....

Tornato, disse a Gesù: Lasciamo perdere il cibo, visto che ti nutri di spirito e sei ancora vivo... Ti cedo invece il mio potere sul mondo e sull'umanità, se tu mi adorerai anche solo per un momento come un essere spirituale degno del tuo rango...che ne dici? Sarebbe fra l'altro una pari opportunità...o no? Gesù disse: Mi par giusta e equa la proposta...ci sto! E si preparò a inginocchiarsi, ma appena fece istintivamente il segno di croce (facendo finta di non ricordarsi di non averlo ancora inventato) il Demonio inorridì, e con un nooooo! fuggì via, lontano lontano, dove stette qualche giorno a fare da protagonista per un film di esorcismo. Poi tornò...

Portò Gesù sul pinnacolo del tempio, una cima fatta a punta, e gli disse: Buttati giù, fai vedere a tutti chi sei, e che gli angeli/pompieri e quegli altri della protezione civile del cielo ti salveranno, e insegnerai così la salvezza all'umanità...non ti par bello? Gesù gli rispose: Bello e saggio...e anche concreto! Bravo! Lo farò! E si accinse a lanciarsi giù, curvandosi un poco...ma in quel poco spazio del pinnacolo urtò la coda del Demonio, che, sbilanciandosi dalla cima lassù, precipitò giù, travolgendo gli angeli e i volontari del cielo, e schiantandosi su un cactus pieno di spine...

"Dove sei finito?..."chiamò Gesù da lassù, guardandosi attorno invano...il Demonio, nascosto dolorante dietro un cespuglio, si tolse pian piano tutte quelle spine...tramando di utilizzarle, un giorno, per farne uno strumento da ficcare in qualche modo in corpo al suo avversario...

Sappiamo poi come andò...

CHI SALVO' LA DONNA ADULTERA

Non vorremmo qui mancar di rispetto alla tradizione, ma occorre ben chiarire il fatto della donna in fase di lapidazione, che dicesi salvata da Gesù... Ma non fu proprio così; per intanto diciamo che fu salvata dagli amici di Gesù.

"Chi è senza peccato scagli la prima pietra"...disse Lui. Ma quelli erano talmente infuriati e accecati dalle loro regole, che se ne fecero un baffo di quel suo richiamo. Anzi, uno gli disse: "Se tu fossi un buon fedele, avresti preso già il tuo sasso!". E stavano attingendosi a tirar addosso le pietre a quella là, quando d'un tratto arrivò invece una fitta pioggia di sassolini addosso a quei vecchi, non provocando loro granchè male, ma impedendo loro di concentrarsi a centrare l'obiettivo della loro punizione. Tanti sassolini, uno dietro l'altro, fecero così allontanare quei vecchi dai loro propositi e da quel luogo, non riuscendo a vedere come e da dove difendersi da quegli oggetti disturbatori, piccoli ma provocanti, proprio come lo erano i loro lanciatori: una frotta di bambini, nascosti dietro i muretti qua e là, che con le loro fionde miravano agli osservanti che più non vedevano, ai lanciatori di sassi che ora venivano disarmati da se stessi e dalla paura di essere punzecchiati e disturbati. E mentre quelli si allontanavano da lì, una donna stupefatta e grata osservava quel Gesù che con un sorriso benevolo e birichino approvava il gesto dei suoi piccoli amici che, imparando da chissà chi, con piccole cose stavano facendo proprio una grande e bella cosa...

NICODEMO

Nicodemo si decise ad andare quella notte da Gesù. Aveva sentito parlare di Lui, in bene e in male. Gli avevano detto... Ma lui voleva constatare di persona se c'era verità in quel tipo là. Anche perchè quella notte creava ancor più buio nella sua mente, nella sua anima e nel suo cuore. E se quel Gesù aveva anche per lui un raggio di speranza, come pare aveva avuto per altri, lui si chiedeva: E perchè non anche per me? Chi sono io, il figlio della serva? Non mi farà poi soggezione...non ho vergogna di lui...o la va' o la spacca...

Ma forse aveva vergogna di se stesso, di giacere ogni giorno apertamente alla luce del sole ma profondamente sotto la cappa della notte. Ed era quell'abisso che lo spaventava più di qualunque dio o demone. 

Lo colse come di sorpresa, quel Gesù, mentre lui, Nicodemo, lo voleva sorprendere nella notte.

E fu una folgorazione.

Stramazzò da vecchio, e si rianimò da giovane.

La notte fu come illuminata da quei due nottambuli che senza nè dire, nè fare strinsero alleanza tra le loro anime nomadi: l'una proveniente dall'alto, l'altra dal sè in cerca di sè.

In quell'incontro il dubbio abbracciò la fede, il silenzio indicò il cammino, il vento sussurrò all'orecchio del cuore, la mente amò il buio fattosi amico, e l'animo si riaccese. E in quella piccola fiammella Nicodemo intravide il volto di sè, quello che non aveva mai, mai pensato di vedere prima di quella notte...fattasi finalmente giorno.

DIALOGO TRA GESU' E GIUDA

 - Gesù...

- Dimmi, Giuda...

- Io ti ho tradito, e ormai...

- Lo so, non preoccuparti.

- Ma...

- Senza di te e il tuo tradimento non avrei avuto quel che ho voluto.

- Lo sapevi, dunque?...E perchè non mi hai fermato?

- Non si ferma la vita, nè la tua nè la mia, una volta avviata alla morte.

- Ma tu sei più potente della morte!...

- Ma non dell'amore verso il Padre, verso l'umanità...e anche verso la disumanità.

- Che...che farò allora, adesso?!...

- Fa' quel che devi, e non tornare indietro: il tuo disegno e le sue conseguenze si realizzeranno, in bene e in male.

- Lo sento già, il male, su di me, come un peso sempre più opprimente...per questo ti volevo parlare...

- Passerà anche questo male, per me e su di te, ma sempre attraversandoci e mai fermandosi a noi...abbi fede!

- Fede?!...Io non ce l'ho più!!...C'è tutto buio in me!!

- E' solo il momento del sepolcro che arriva, per me e per te. Ma entrambi, in modo diverso, ne usciremo, fidati.

- Che devo fare?...Che devo fare?...

- Fai quel che devi...fallo subito, non attendere oltre...

LA MOLTIPLICAZIONE DEI PANI E DEI PESCI

Come è stato possibile questo miracolo?

Abbiamo la spiegazione semplice e chiara, cari miei.

E' stata la voce a fare tutto, nulla più e nulla meno di questa.

Gesù ha chiesto con la sua voce se qualcuno avesse qualcosa. E questa sua voce ha superato non solo il suo confine corporeo, ma anche quello spirituale, emanandosi oltre il luogo dove si trovava quella gente, arrivando a proporre lontano, lontano...

Da un lato, la voce di Gesù; dall'altro, l'ascolto di essa.

Grazie all'ascolto di questa voce, qua e là, piccole disponibilità, che messe tutte assieme hanno prodotto il risultato di un quantitativo enorme, ma soprattutto hanno creato un legame - e questa è la cosa ancor più importante e miracolosa - che si è creato tra Gesù e chi lo ascoltava. Cosa, questa, che è andata al di là del semplice mangiare pane e pesce un giorno. Infatti tutti i giorni si rinnova questa moltiplicazione del pane eucaristico e del pesce (simbolo di Gesù) che si incontrano con coloro che intendono sfamarsi nella fede, nella speranza e nell'amore, ancor oggi, perpetuando quella unica, stessa, continua moltiplicazione più di ieri e meno di domani.

Grazie all'ascolto di quella voce anche noi oggi ci cibiamo attingendo alla santa, santissima anzi, moltiplicazione.

GESU' MORTO IN CROCE

Sopra il suo capo una scritta: I.N.R.I., che significa: Io Non Rido Invano. 

Già. 

Perchè il sorriso dall'inizio alla fine a Gesù non è mai mancato. 

A proposito della scritta, quando i farisei andarono da Pilato a dirgli di toglierla, e lui disse: ciò che ho scritto, ho scritto, certo che quelli avevano ragione di volerla togliere. 

Infatti, prima di crocifiggerlo, i soldati giocavano tra loro, e al momento di portare quel cartello, nella confusione e distrazione, avevano preso quell'altro, quello con cui si prendevano in giro loro, e quello avevano affisso. 

Per cui, sotto la croce, quei farisei che volevano godere della morte di Lui, si trovarono a leggere invece il cartello dei soldati che aveva scritto non INRI, ma: ASINO CHI LEGGE. Certo che avevano ragione a incazzarsi e far togliere il cartello! Ma anche Pilato aveva ragione, pensando che il cartello fosse quello giusto, e che giusto aveva scritto! 

Per cui, e qui mi correggo io, Gesù non solo aveva il sorriso dall'inizio alla fine della sua vita, ma anche dopo la sua fine faceva ancora sorridere, con quel cartello posto per errore sopra il suo capo, tutti i suoi amici.

GESU' RISORTO APPARE AI SUOI

 Chi l'ha visto?...

Nessuno lo ha visto, cari miei. Tutto 'sto casino che fino ad oggi ci perseguita sta nel fatto di una diceria, quella di quelli che non credendo a Lui, andavano in giro a dire che i suoi discepoli lo avevano prelevato di notte, corrompendo le guardie del sepolcro. Sta di fatto che andando qua e là per confutare la sua Risurrezione, ne hanno accresciuto anche la questione, e hanno posto dubbi a tutti e in ogni luogo, oltre anche i confini di quel paese, per cui sono questi miscredenti i veri apostoli del Vangelo "fuoriposto", posto sempre fuori da quella tomba. La Risurrezione si propaga attraverso la sua negazione, non l'affermazione di essa. Ma perchè questo interesse così accentuato a negare, quando sarebbe bastata l'indifferenza a far tutto tacere? 

Chi non l'ha visto fa vedere la Risurrezione, concentrando la sua attenzione su una tomba vuota che più la si afferma come tale, più si riempie di vita, di senso e del valore di colui che la nega, mostrandolo agli altri come quello che fa risorgere sempre la questione, quindi come il risuscitatore della morte: come colui che fa risorgere dalla morte. 

Grazie a chi non crede, la risurrezione appare in tutto il suo splendore.