Nicodemo si decise ad andare quella notte da Gesù. Aveva sentito parlare di Lui, in bene e in male. Gli avevano detto... Ma lui voleva constatare di persona se c'era verità in quel tipo là. Anche perchè quella notte creava ancor più buio nella sua mente, nella sua anima e nel suo cuore. E se quel Gesù aveva anche per lui un raggio di speranza, come pare aveva avuto per altri, lui si chiedeva: E perchè non anche per me? Chi sono io, il figlio della serva? Non mi farà poi soggezione...non ho vergogna di lui...o la va' o la spacca...
Ma forse aveva vergogna di se stesso, di giacere ogni giorno apertamente alla luce del sole ma profondamente sotto la cappa della notte. Ed era quell'abisso che lo spaventava più di qualunque dio o demone.
Lo colse come di sorpresa, quel Gesù, mentre lui, Nicodemo, lo voleva sorprendere nella notte.
E fu una folgorazione.
Stramazzò da vecchio, e si rianimò da giovane.
La notte fu come illuminata da quei due nottambuli che senza nè dire, nè fare strinsero alleanza tra le loro anime nomadi: l'una proveniente dall'alto, l'altra dal sè in cerca di sè.
In quell'incontro il dubbio abbracciò la fede, il silenzio indicò il cammino, il vento sussurrò all'orecchio del cuore, la mente amò il buio fattosi amico, e l'animo si riaccese. E in quella piccola fiammella Nicodemo intravide il volto di sè, quello che non aveva mai, mai pensato di vedere prima di quella notte...fattasi finalmente giorno.